Riguardo all’origine etimologica di Castellino si hanno tantissime informazioni. Il nome attuale compare per la prima volta nel XVIII secolo, questo è preceduto da una miriade d’altri nomi. Nel 1011 il borgo era detto “Castrum Eudolini”, nel XV secolo “Castellum de Lino”, in seguito “Castrum Lini”, nel 1640 “Castello di lino”, poi “Castello di Lino” e finalmente il nome attuale. L’appellativo “del Biferno” su aggiunto nel 1860 per distinguere il comune da altri “Castellino” disseminati nel Regno d’Italia. Forse in origine il paese fu soggetto al ducato di Montagano, in ogni modo durante il periodo svevo apparteneva alla Contea di Molise. Dopo essere stato concesso ad Enrico de Cusenza, Castellino fu concesso ad Andrea d’Isernia. Quest’ultimo ebbe come successore l’omonimo nipote, che, nel 1330, concesse il paese a Filippo di Luparia la cui famiglia conservò Castellino per oltre un secolo. All’instaurazione della monarchia aragonese, il feudo passò alla famiglia d’Evoli succedendosi da Antonio nel 1443 ad Andrea sette anni dopo. Nel 1465, però, Castellino fu confiscato e assegnato ad Angelo di Gambatesa conte di Campobasso. Trenta anni dopo il borgo fu assegnato ad Andrea di Capua duca di Termoli che, in ogni modo, vendette il feudo ad Antonio Somma. Alla morte di quest’ultimo, acquisì il feudo il figlio Scipione che godeva della fiducia presso la corte partenopea; seguì Nicolò Somma e Scipione che vendette Castellino a Beatrice Caracciolo da cui passò nelle mani di Giovan Francesco Piscicelli. Morto Giovan Francesco, divenne feudatario Alfonso, ma poi, per il diritto di retro vendita, Castellino tornò nelle mani di Scipione Somma. Quest’ultimo vendette nuovamente il feudo, questa volta a Cesare Vitellie poi a Francesco Pinas nel 1630. Francesco, in realtà, non era particolarmente interessato al borgo e così vendette tutto al duca di Casacalenda, Scipione di Sangro che a sua volta lo concesse a Giovanni Battista d’Alessandro duca di Pescolanciano. Morto Giovanni, gli successe il figlio Andrea che mantenne Castellino fino al 1745. Erede del feudo divenne Luigi, arcivescovo di Bari e Canosa, ma il titolo ducale passò alla sorella Francesca, consorte di Gianbattista Zunica. Nel 1770, a causa della morte del prelato, Zunica divenne l’unico erede del feudo, decise di venderlo a Scipione di Sangro duca di Casacalenda che lo mantenne fino alla morte nel 1805.
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