La festa della primavera viene celebrata con un rito antichissimo denominato "pagliara", caratterizzato dalla personificazione del mese di maggio con un cono realizzato con rami e ricoperto di erba e di fiori. Alla sommita’ del cono viene posta una croce di fiori. La veste viene indossata da un uomo e copre tutto il corpo tranne il viso. La pagliara accompagnata dal suono delle zampogne gira per il paese annunciando l’arrivo della primavera, ospitata con getti d’acqua rovesciati dai balconi e dalle porte delle case all’urlo “ rascia, maje!” ovvero “ abbondanza, maggio!”. Dopo aver concluso il giro la pagliara viene disposta in piazza davanti alla casa del parroco. La croce viene tolta dalla sommita’ e donata al sacerdote, al contrario il cono viene collocato nel suo orto. Durante il rito gli spettatori hanno modo di degustare zuppa di legumi, formaggio, pane e fave fresche. La pagliara e’ il prototipo delle manifestazioni che venivano celebrate per annunciare la primavera e che un tempo avevano un valore nella vita di tutti i giorni. Il getto d’acqua dai balconi ha un’origine arcaica ed e’un gesto di magia per invocare la pioggia e si inserisce nella serie delle personificazioni del maggio.
|