Edificata nel 1100 dal feudatario Ruggero, la struttura era di piccole dimensioni, con tre ingressi all’unica navata. A seguito di terremoti è stata più volte ricostruita. Ha ricevuto un sostanzioso restauro a metà del 1600, completato nel 1690, allorché fu sistemato il campanile, la tettoia e l’altare maggiore. Fu riconsacrata il 15/8/1690 dal Card. Orsini. Ad una sola navata, con 300 mq. e cinque altari, di cui uno porta la data del 1656. II sisma del 1805 lesionò il campanile e la tettoia, che furono restaurati entro il 1819 per una spesa di 534 ducati. Nel 1876 si tentò invano la ricostruzione della cadente chiesa matrice, che invece fu realizzata nel 1925 per l’intraprendenza del parroco don Giovanni Vitale. Sul campanile sono situate due monofore con decorazioni a tralci e grappoli d’uva, testine di angeli e vasi con fiori, risalenti al campanile restaurato nel 1690. L’interno è stato portato a tre navate con transetto (immette nei due cappelloni di S. Emidio e S. Sabino, quest’ultimo corrisponde alla chiesa primitiva) e coro. A destra di chi entra c’è il battistero (1713). L’altare maggiore in marmo rosa giganteggia nella stretta abside. Nel cappellone di S. Emidio vi è l trittico rinascimentale di scuola umbra (1542), che si trovava nella chiesa del Convento dei PP. Agostiniani distrutto dal sisma del 1805.
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