Delle origini del paese non si sa molto, ma esso dove va corrispondere a “Loretinium”, citato in alcuni documenti del 1150. Forti dubbi sussistono ancora sull’etimologia del nome di Oratino. Molti studiosi hanno più volte cercato di darne una spiegazione ma la più plausibile sembra essere quella che trova nella radice greca Or, da cui il latino Oratenus, che equivarrebbe a visibile da per tutto, quello che noi intendiamo per panorama. Di probabile origine normanna il paese sorse a valle dell’attuale insediamento, in località detta “La Rocca”. Un forte terremoto verificatosi nel 1456 costrinse però la popolazione a trasferirsi sulla collina sovrastante, sede dell’odierno nucleo abitativo. Tra i primi proprietari di Oratino vi furono Eustachio d’Ardicourt e Giovanni di Lando (anche di questi non ci sono giunte poche notizie), e Pietro di Sus, il quale tenne il feudo dal 1309 al 1326. Dopo essere stata abbandonata al demanio, nel 1333 il re Roberto assegnò il feudo alla regina Sancia, sua moglie, la quale morì nel 1345; dopo la sua morte si successero al potere la famiglia d’Evoli, Carlo Gambatesa, nel XV secolo, e a Sforza Gambacorta, marito della figlia di Carlo di Gambatesa. Nel 1495 il feudo appartenne ad Andrea di Capua duca di Termoli, ma alla sua morte, nel 1512 il figlio vendette il possedimento ai Caracciolo; nel 1559 i Coscia successero ai Caracciolo che nel 1580 circa rivendettero il feudo a Fabrizio di Silva, membro di una nobile famiglia spagnola. Nel 1630 Ottavio Vitagliano acquisto Campobasso, Ferrazzano ed anche Oratino, ma nove anni dopo questi fu ucciso par strada, lasciando tutti i suoi territori divisi tra la moglie ed i figli: al suo omonimo figlio lasciò Oratino. Ottavio II governò male il feudo, tanto che fu costretto a ritirarsi in un convento per non essere ucciso; al suo governo seguì la repubblica, istituita dal Manara, ma dopo alcuni anni Ottavio riuscì a risalire sul trono di Oratino, e la sua famiglia conservò il governo del paese fino al 1699, anno in cui suo nipote Antonio lo vendette a Marcantonio Giordano. La famiglia Giordano conservò il potere fino all’abolizione della feudalità.
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