Il palazzo baronale di Portocannone fu edificato tra il 1735 e il 1742 dal barone Diego Cini, che nei primi anni del XVIII secolo divenne titolare del feudo. Successivamente fu alienato alla famiglia Tanasso, che ne e’ attualmente proprietaria. Il palazzo denominato Cini-Tanasso e’ ubicato al centro del nucleo urbano ed ha esternamente le sembianze di una fortezza; il muro a lieve scarpa e i contrafforti angolari concorrono a fargli assumere una struttura robusta. La pianta dell'edificio e’ quadrangolare e si erge su tre livelli: il piano terra comprende la zona che circonda il cortile centrale ed e’ utilizzato come un magazzino. Il primo piano definito piano nobiliare e’ diviso in tante stanze riccamente affrescate e arredate al secondo piano, invece, vi è un loggiato che dal lato orientale affaccia sul giardino. L’ingresso al palazzo presenta le volte affrescate che raffigurano quattro divinita’ italiche caratterizzate da orecchie appuntite, corna e piedi caprini. Oltrepassato il portone vi è una scala che conduce ad un’anticamera decorata da otti dipinti risalenti al ‘900. Il dipinto più bello è quello del salotto, affrescato dal pittore Sforza su imitazione di un’opera di Rubens denominata “Ratto delle Leuccippidi”. Dietro la porta dello studio oltre allo stemma della famiglia Cini vi è un quadro che ritrae Matteo Tanasso bambino, accanto a sua madre, Rosa Bucci di Larino. All’interno palazzo, celata sotto le "vesti" di un armadio, vi è una cappella dedicata alla Madonna del Rosario di Pompei.
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