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L’origine di Ripabottoni, secondo molti, dovrebbe essere fatta risalire ai tempi della dominazione gotica.
Infatti, una credenza vuole che, su un’antica lapide ormai distrutta, fosse riportato il nome dell’abitato sotto forma di “Ripa Ghotorum”.
Ciò non è, in ogni modo, confortato da alcun documento scritto e rimane quindi solo una congettura.
Il più antico nome di questo comune è di provenienza longobarda: “Ripabrunaldo” ed è attestato in una bolla di Lucio III nel 1181.
Bisogna comunque dire che nel 1175 in una sentenza del cardinale lombardo compare il nome “Ripam”, ma non si è certi che si riferisca proprio a Ripabottoni. Seguono poi una miriade di nomi: “Ripa Butinorum” o “Ripa Brutinorum”, in alcuni documenti scoperti nella zona di Larino “RipaGrimisaldo”.
Oltre a questi in alcuni documenti angioini si parla di “Ripambudinam”, nella carta di concessione feudale del 1450 “Ripebudonis”; seguono poi “Ripa li Buttuni”, “Ripa Prettoni” (1650), ”Ripafrancona” (1650), “Ripa Brittonis” (1820) e finalmente l’attuale Ripabottoni.
Il documento più remoto riguardante Ripabottoni si trova nel Catalogo Borrelliano e cita Ripa Giuliano di Castropignano come feudatario del paese.
In epoca normanna, invece, il borgo passò in mano ad un certo Roberto Avalerio.
In epoca angioina il borgo subì incendi e razzie ad opera dei camerari di Centocelle e di Pianisi.
E’ la prima di una serie di lotte che i cittadini sosterranno in seguito contro le pretese territoriali dei confinanti e contro le mire dei baroni, in difesa delle libertà locali di pascere, far legna ed attingere acqua nel territorio.
Nella signoria del paese si sono alternate alcune tra le famiglie più qualificate del Regno di Napoli.
Al tempo di Carlo II d’Angiò, l’agro di Ripabottoni era diviso in quattro parti, una di queste era in possesso di Guidone Primerano, le altre di Matteo Acquaviva.
Il figlio di quest’ultimo, Francesco Acquaviva, raccolse sotto il suo dominio anche la quota di Guidone Primerano divenendo unico feudatario del paese. Successivamente, fino al 1512, Ripabottoni rimase sotto il dominio della Contea di Montagano.
Fino al 1523, inoltre, il paese fu venduto al duca di Termoli Ferrante di Capua, ma il borgo cambiò presto intestatario passando forse alla casa Carafa di Jelsi. Nel 1648 Ripabottoni è intestato a donna Geronima di Capua nei Carafa, duchessa di Jelsi, ma suo figlio allontanò i possedimenti dalla sua famiglia vendendoli a Paolo Francone marchese di Salcito e Principe di Pietracupa nel 1687.
Suo figlio Francesco ereditò il paese nel 1692 mantenendolo fino alla morte nel 1730.
Successero poi Paolo, figlio di Francesco, il quale, dopo essersi sposato con d’Ippolita Ruffo, lasciò il feudo dell’allora Ripafrancona al secondogenito Michele.
Gli ultimi feudatari furono Paolo, il quale morì nel 1791, e Giovanni deceduto nel 1806.
Quest’ultimo, non avendo figli, lasciò il titolo feudale ad Ambrogio Caracciolo principe di Torchiarolo.
Costui non riuscì nemmeno ad interessarsi del feudo che la feudalità fu abolita.

 
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