Il nome di questo Comune deriva all’abitato da ciò che un tempo era la natura idrologica del terreno sul quale sorse. Lo stemma del Comune è una torre merlata in campo rosso. Nicola d’Evoli n’era signore nel 1337, e la vendé a Bartolomeo di Pietravalida o Pietravalle; in seguito Salcito fu assegnata ad Andrea Carafa, utile signore di Forlì, che la trasmise in dotario alla propria figlia Andriella, sposa di un cavaliere di casa d’Evoli. Devoluta più tardi al demanio, Re Ladislao di Durazzo concesse Salcito a Luigi Galluccio. Il primogenito di Luigi fu il secondo ed ultimo titolare della famiglia per Salcito. Nel 1464 era già feudataria di Salcito, la famiglia Pietravalle; nell’anno medesimo, Salcito ebbe per signore Giovanni di Monticello. Nel 1498 Salcito fu compresa fra le numerose terre date in feudo ad Andrea di Capua; in seguito Ferrante di Capua duca di Termoli, e successore di Andrea, vendé Salcito tra il 1512 e il 1523. L’acquirente fu Gaspare de Regina, barone di Macchia Valfortore; da alcuni diplomi risulterebbe comunque che re Federico d’Aragona nel 1496 concedesse Salcito ai germani Francesco ed Antonio de Regina; Gaspare fu loro erede, e forse da ciò stesso indotto a divenire acquirente del feudo principale. La vendita, avvenuta posteriormente al 1652, fu preceduta dall’apprezzo del feudo fatta da Francesco Venosa; ed aggiudicatario risultò Paolo Francone. La famiglia Francone rimase signora di Salcito fino all’estinzione della feudalità col titolo marchesale sul feudo.
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