A differenza di molti altri agglomerati urbani molisani, quello di Spinete ha origini note, quasi ovvie. Infatti, è un luogo ideale, o almeno lo era in quell’epoca, quando le popolazioni del luogo, prettamente agricole e pastorizie, praticavano annualmente la transumanza. Infatti, gli antichi sanniti scelsero la zona, dove ora sorge il paese di circa millecinquecento residenti, come luogo ideale per riposarsi durante gli spostamenti con le greggi; ciò è giustificato dalle immense risorse naturali del luogo. In quest’ambito non si può non parlare delle abbondanti sorgenti acquifere, queste risultavano vitali per i pastori che percorrevano la rotta “Pescasseroli Candela”. A questi vantaggi naturalistici se ne aggiungevano altri per così dire politici: infatti, il centro sorgeva a breve distanza dalla capitale del Sannio Pentro, ovvero Bovianum (l’attuale Bojano). Il luogo, dopo le guerre sannitiche, passò, insieme a tutto il Sannio, in mano alla capitale che, come accadde spesso, ne fece un punto strategico per l’Impero. Ciò richiama ad altri centri molisani, come Sepino, che riuscirono ad evolversi solo dopo la conquista di Roma. L’importanza di Spinete, inoltre, è attestata da molti documenti, risalenti addirittura al IV secolo a.C., che parlano della contrada di “Masseria Strada Vecchia”. Riflettendo la storia della regione Molise o “Provincia di Molise” che dir si voglia, in seguito, il centro passò sotto la dominazione normanna. Allora, come tutti sanno, vigeva la gerarchia feudale e l’intestatario era Giuliano di Castropignano. Un discendete di questa stirpe, Vico di Castropignano, ebbe due figlie: Clarice e Tommasella. Clarice sposò Giovanni d’Evoli; già Barone di Frosolone, che nel 1345 comprò la metà del feudo di Castropignano dalla cognata Tommasella, che l’aveva ricevuta in dote dal padre; in questo modo divenne padrone integrale di Castropignano e Spinete. Successivamente, in seguito alla dominazione angioina, il centro passò in mano alla famiglia Capuano, alla quale s’avvicendò quella dei Sanfromondo. La serie dei titolari feudali terminò con il marchese Nicola Imperato.
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