Il paese ha il primato di comune piu' piccolo della provincia d'Isernia. Nell'antichita' il borgo era denominato "rocca di pizzuto" ed era collocato nel mezzo delle montagne. Questo elemento ha portato sia a conseguenze positive che negative infatti per le prime si e' assistito ad una conservazione del borgo medioevale con tutte le sue caratteristiche, mentre per il secodo si e' avuto un fenomento di esodo verso il capolugo. L’antica denominazione del borgo risale al periodo in cui il territorio era sotto il comando degli angioini, piu' precisamente quando Carlo Primo D'Angio' concesse il feudo al signore di Monteroduni, Tommaso D'Evoli. Prima della riunificazione sotto Alferio d'Isernia, il feudo fu diviso fra tre proprietari. Quest’ultima duro' fino al 1400 quando passo' a Giacomo Gaetani. In seguito il possedimento passo’ nelle mani della famiglia Pandone e poi alla famiglia D’Agostino. Un membro di quest’ultima famiglia vendette il feudo, nel 1575 compreso anche il castello, ai conti Terzi. Fino al 1700 il feudo ebbe diversi proprietari, l’ultimo dei quali fu il conte Pasquale Terzi , il cui nucleo familiare oggigiorno risiede a Napoli. La collocazione degli elementi del castello fa pensare che si trattasse di una fortezza militare medioevale; infatti nell’edificio e’ presente una torre angolare la cui sagoma e’ cilindrica nel periodo rinascimentale fu trasformata in abitazione residenziale. Dall’edificio frontalmente e’ possibile osservare la chiesa del paese che si estende sulla piazza. La facciata originale non esiste piu’, infatti ha subito delle trasformazioni e sono state anche create delle nuove aperture. Il cambiamento e’ presente ovunque: al primo piano si apre il portone principale in pietra con un arco a tutto sesto; nella parte destra vi e’ un portone di dimensione piu’ piccole che oggi rappresenta l’ingresso ad un’altra abitazione; al secondo piano, invece, sono visibili tre finestre che non hanno valore artistico. Il palazzo oggi non e’ visitabile perche’ e’ un’abitazione privata. Purtroppo il paese e’ quasi disabitato e l’unica strada percorribile e’ quella che collega il paese a Sant’Agapito. Una forma di modernizzazione e’ data dalla presenza di uno stabilimento che si occupa dell’imbottigliamento dell’acqua minerale, realizzato grazie ai fondi della comunita’ dei pizzutesi residente in Canada.
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