Del primitivo oratorio normanno non resta più nulle. Attualmente è a pianta rettangolare con una semplice navata, mt 36x9, altezza mt 12. Il portale centrale è quattrocentesco trabeato, invece, quello secondario del ’700 si trova sul fianco destro, con scala e ballatoio. La chiesa è preceduta da uno stretto sagrato, sul cui muro di cinta è incassato un leone rampante. Il campanile, suddiviso in quattro sezioni, è sormontato da cuspide piramidale. La chiesa, appollaiata al Castello, era un oratorio baronale, che col crescere della popolazione divenne paroicia (= vicinato). Era di piccole proporzioni, come conferma lo stemma sul portale del 1400 dei Carafa Spina. Fu ampliata nel 1696 dal Duca Giuseppe d’Alessandro, prolungata ad uguale altezza del cortile retrostante e il terrapieno fu adibito a sepolture. Nel 1832 l’arciprete don Luigi Salvadori provvide ad un sostanzioso restauro. Residuano due colonne quattrocentesche del pulpito ligneo, che andò distrutto per la caduta della volta della chiesa.
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