Il toponimo è “Pectoranum” nel catalogo dei Baroni (1150 1168). Del comune non si hanno notizie anteriori all’epoca angioina, periodo in cui Pettoranello fu concessa da Carlo I in feudo a Goffredo di Faenza (probabilmente nel 1269). Altra concessione di Pettoranello fu fatta durante il regno di Carlo II (1285 1309) a favore di Giovanni Scotto, che ne fu titolare. Dopo pochi anni Pettoranello passò in feudo a Tommaso Capuano, il quale morì nel 1284. Tommaso Capuano dalla consorte Margherita di Sanfromondo ebbe un figlio di nome Antonello, che fu l’erede dei feudi. Antonello, però, morì celibe, forse in giovane età, quindi l’erede del feudo divenne la sorella Martuccia, consorte di Filippo di Sanfromondo. I Sanfromondo detennero per poco tempo in feudo Pettoranello, forse non oltre il 1345. In seguito il feudo fu conseguito dalla famiglia Da Ponte, e verso la metà del XIV secolo, Pettoranello fu concesso dalla Regina Giovanna I ad Iacopo Cantelmi Conte di Polpoli, con Acquaviva d’Isernia. Iacopo morì nel 1382, e gli successe il figlio Restaimo; ma all’inizio del XV secolo Pettoranello passò in feudo ai Caldora, che ne vennero a loro volta privati nel 1442. Passata in proprietà del demanio regio, Pettoranello ebbe dal 1443 al 1531 la signoria dei Cicinello. Galeazzo Cicinello nel 1531 concesse il feudo per 2.750 ducati ad Antonio d’Afflitto. In seguito al matrimonio di Camilla d’Afflitto con Giuseppe Antonio Caracciolo, il feudo divenne dei Caracciolo, ai quali rimase fino all’abolizione della feudalità.
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