Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente gli abitanti del feudo che erano alla ricerca di un luogo facilmente difendibile trasferirono tutte le loro abitazioni in quella che oggi è la frazione di Sant’Angelo in Grotte. Questo nuovo sito, mentre si andava progressivamente urbanizzando venne, nel XII secolo, conquistato dalla famiglia dei Santangelo. In seguito il feudo fu assegnato ad altre famiglie, come quelle dei Caldora, dei Di Sangro e come quella dei Mormile. Nel 1450, infatti, Paolo di Sangro donò a Princivalle, suo fratello, insieme ad altre terre, quella di “Sant’Angelo in grottola”. I di Sangro vennero privati del feudo dal re Ferrante II per ribellioni ai tempi di Carlo VIII, e ne furono reintegrati nel possesso nei primi decenni del ‘500. Giovan Francesco di Sangro, marchese di Torremaggiore, vendette “compatto de retrovendendo” nel 1550 la “terra di Sant’Angelo in gruttilis” a Carlo Capece Cane, e di nuovo, sempre con lo stesso patto, tre anni dopo, a Caterina Sisto. Nell’anno 1564 il paese era feudo di Cesare Caracciolo, il quale nel 1585 lo cedette insieme ad altre terre per 30.000 ducati a Francesco Caracciolo, e a questi apparteneva ancora nel primo decennio del XVII secolo. A fine settecento era Terra Regia. Nel nostro secolo la sede comunale è stata trasferita da Sant’Angelo a Santa Maria.
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