La chiesa e’ datata tra il XIV-XV secolo e fu eretta sotto il nome di San Sebastiano “fuori la terra di Gambatesa”. Dal 1586 al 1653 fu sacrificata dai minori conventuali di San Francesco chiamati anche "della scarpa", che risiedevano nel vicino convento. A seguito dei danni causati dal terremoto nel 1688 venne ricostruita nel 1696 e riconosciuta solennemente con il nome di San Nicola. I lavori di restauro del 1987 hanno nuovamente riconferito alla chiesa l’originale struttura, restituendole quello splendore proprio dell’arte sacra romanico-rinascimentale. All’interno sono conservate delle tele della scuola napoletana datate del ‘600-’700. Tra queste ricordiamo in particolare la tela sulla quale e’ effigiata l’Immacolata e rivestita di una cornice intagliata e dorata. L’abside rappresenta la parte piu’ antica e autentica della chiesa. Nei muri esterni sono visibili degli elementi pratici ma anche con funzione decorativa composti da materiali appartenenti ad antichi edifici ormai andati distrutti.
La croce greco romana posizionata davanti alla chiesa ha grande rilievo storico-artistico. La croce, adagiata su una colonna goffa ottagonale con una imponente base quadrata, e’ stata ricavata da un unico blocco di pietra viva ed e’ inserita in una ruota dalle linee curve. Su una faccia della croce vi e’ la raffigurazione del Cristo crocifisso tra la Madonna, San Giovanni e un teschio. L’altra faccia invece presenta la figura del Cristo vincitore, circondato dai quattro Evangelisti. La scultura delle figure e’ discreta, lo stesso non si puo’ dire pero’ per le figure degli animali dove non manca un certo plasticismo e il senso del tragico che investe il volto della Vergine. Alcuni degli elementi sono propri dell’iconografia cristiana ed hanno un loro simbolo, ad esempio la ruota trasmette il senso della dinamicita’ e della pienezza dell’ordine creato; il tetramorfo invece rappresenta l’annunciazione del Cristo al mondo intero per mezzo dei quattro Evangelisti ed infine il teschio simboleggia la figura di Adamo.
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