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Un insediamento umano nel territorio di Roccavivara risale all’epoca sannitica.
Ne danno testimonianza reperti archeologici rinvenuti qua e là, come l’urna cineraria del tipo ibernino conservata come base della penultima colonna nel Santuario della Madonna di Canneto; una moneta d’argento greca della zecca di Pirro rinvenuta in contrada Pontoni; monete romane di bronzo risalenti alle guerre puniche; una scritta indecifrata incisa su una tegola di tomba; il loculo di un bambino inumato in un muro di fondazione della Chiesa di Canneto.
Questo loculo fa pensare ai sacrifici umani di bambini che nell’antichità si era soliti fare per assicurarsi la protezione degli dei per la stabilità della casa.
Tale sacrifici non erano praticati dai romani quindi deve trattarsi, dunque, di inumazione sacrificale di epoca sannitica.
Infine lo dimostra il muro megalitico in contrada S. Fabiano costruito in prossimità di una villa romana riportata alla luce nel 1980.
Il territorio di Roccavivara era a confine tra le tribù Frentana e Pentra, ambedue tribù sannitiche.
A seguito alla definitiva disfatta dei sanniti per opera di Mario, nel territorio di Roccavivara, come in tutto il territorio di Trivento, fu immessa la tribù romana Voltinia, probabilmente costituita da veterani di Giulio Cesare.
A Canneto l’insediamento umano si accrebbe notevolmente.
Lo dimostrano in maniera chiara le iscrizioni e i cippi funerari rinvenuti nella zona e conservati nel Santuario della Madonna, gli spezzoni di cornicioni posti alla base esterna dell’abside centrale della Chiesa e disseminati qua e là nel parco, e che dovevano far parte di un mausoleo e non di un tempietto.
Intorno al 450 d. C. per la comunità cristiana della vallata fu costruita una Chiesa a Maria Vergine Madre di Dio.
Nel 1566 Giovan Francesco Di Sangro vendette la terra di Roccavivara con tutto il suo stato a Rainaldo Carafa marchese di Montenero di Bisaccia per 6000 ducati.
Nel 1592, a causa di gravi debiti Rainaldo Carafa, fu costretto a cedere il feudo al figlio Geronimo.
Ma subito dopo fu messo all’asta, venduto ed acquistato da Giovanni Gallo.
In seguito alla sua morte avvenuta nel 1596 passò al figlio Loysi, ed in seguito alla sua morte, passò al figlio Alessandro che lo possedeva nel 1639.
Il 1600 fu funesto per la popolazione di Roccavivara lo fu anche per tutto il regno di Napoli.
Agli aragonesi nel 1500 e nel 1600 successero i vice re mandati dal governo spagnolo.
Essi si qualificarono per esservi rimasti pochi anni nel governo, per aver vessato il popolo con imposizioni di tasse sempre più pesanti ed assurde, tasse che poi dovevano servire non al bene dei cittadini ma alla disonestà degli esattori.

 
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