La parola Belmonte deriva quasi sicuramente dal latino “Bellus Mons”. Bisogna capire il significato da attribuire alla parola “bellus”, che può voler dire tanto “bello” quanto “guerra”. E’ chiaro, dunque, che nel complesso la parola può assumere il significato di “Monte di bellezza” oppure di “Monte di guerra”. Ambedue le possibilità sono ammissibili, infatti, da un lato può essere considerato monte di bellezza poiché dalle alture del paese è visibile un panorama affascinante, dall’altro può essere considerato un monte di guerra poiché si narra in antiche leggende che fosse un luogo molto sicuro e quasi inespugnabile. Nei tempi normanni e svevi il paese fu dominio dei Borrello, i quali l’ebbero in feudo come titolo comitale. Dall’avvento della monarchia angioina in poi le notizie storiche riguardo al paese sono alquanto frammentarie. Dal XII al XIV Belmonte si pensa che fu feudo prima dei Cantelmo e successivamente dei Filangieri. All’inizio del XV secolo, il paese fu concesso dal di Sangro ad un certo Giacomo Caldora, alla cui discendenza rimase fino al 1443. In quell’anno il feudo fu affidato da Alfonso I d’Aragona alla famiglia germana dei Marino, alla quale fu riconfermata da re Federico nel 1498. Il paese fu tenuto in signoria da costoro fino ad oltre la prima metà del XVII secolo, quando da essi fu venduto a Carlo di Tappia. Costui fu un uomo di gran cultura famoso in maniera molto considerevole nella città di Napoli, dove ancora oggi il ponte che da sbocco in una stradina di Via Toledo porta il suo nome. Alla morte di Tappia il feudo tornò nelle mani dei precedenti possessori, che lo gestirono fino alla scomparsa della feudalità. Il Comune di Belmonte, facente parte dell’Abruzzo, nel 1799 fu assegnato al Dipartimento del Sangro ed al Cantone di Agnone. Nel 1807 fu compreso nel Distretto di Vasto; con la riforma del 1811, pur restando nel Circondario di Agnone, fu aggregato alla provincia del Contado del Molise nel Distretto d’Isernia.
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