Venafro durante il periodo sannitico, data la sua posizione geografica e la presenza di terreni fertili e produttivi, divenne capoluogo dell’area denominata Volturno. Dopo la conquista romana, nel 263 a.C., la citta’ divenne sede di una Prefettura. Nello stesso anno, grazie al potenziamento dell’attivita’ artigianale e agricola, Venafro incremento’ la produzione di grano, vino e olio. Nei luoghi circostanti la citta’ sono stati rinvenuti i ruderi di ville rustiche, tra cui ricordiamo quella situata nei pressi della localita’ “Madonna della Libera”. Invece, in localita’ Pozzilli sono stati riportati alla luce dei mosaici pavimentali, ceramiche e stucchi decorativi nonche’ locali utilizzati per la produzione di olio. Intorno al XIV a.C. oltre alla costruzione dell’anfiteatro, venne edificato anche l’acquedotto, che trasportava l’acqua dalle sorgenti del Volturno alla citta’. La maggior parte di esso e’ sotterraneo; i condotti in superficie, collocati sulla riva destra del fiume, vennero edificati solo nei posti in cui era possibile effettuarli, ad esempio in corrispondenza di fossi e torrenti. A questo periodo risalgono anche i rifacimenti delle strade che collegavano la citta’ alle principali vie dell’Impero. Le opere monumentali di grande rilievo artistico sono il teatro e l’anfiteatro. Il primo e’ collocato sul monte S. Croce. La gradinata originale era formata dall’"ima cavea" e dalla "media cavea", separate da un corridoio semicircolare. Durante il I secolo d.C. fu inserita la "summa cavea", contraddistinta da venti gradini, per cui il teatro poteva accogliere fino a 3.500 spettatori. Gli ingressi denominati “vomitoria”, erano collocati nella parte alta dell’opera ed era caratterizzata da archi in pietra nonche’ delimitate da colonne in granito. Della scena non e’ ancora stato portato nulla alla luce; si suppone che doveva essere abbellita da archetti in marmo bianco e capitelli corinzi, mentre le pareti dovevano essere affrescate e rivestite in marmo colorato. Intorno al II secolo d.C. è stato realizzato anche il teatro e una fontana monumentale per giochi d’acqua, detta Ninfeo.
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